
L’accompagnamento musicale della Capoeira è normalmente costituito da una batteria formata da berimbau, pandeiro e atabaque. Si possono trovare, anche meno frequentemente, il reco-reco e l’agogô .
Il berimbau è il principale strumento della capoeira e a seconda della grandezza della cabaça utilizzata assume il nome di Berimbau “Gunga”, “Medio” o “Viola”.
Il berimbau, conosciuto oggi in tutto il mondo è composto da:
– un bastone chiamato “verga“, di legno particolare: i più utilizzati sono la Beriba o il Guatambù, ma possono essere adoperati a tale scopo anche il legno di Ipè, Pau-pereira, Jequitibà e Maçaranduba.
– un filo di ferro detto “arame” che lega le due estremità della verga e che, posto in tensione, accentua la forma arcuata al legno. Generalmente questo filo viene ricavato dai pneumatici delle auto.
– Una specie di zucca che deriva dagli alberi della famiglia delle curbitacee e che prende il nome di “cabaça”. Questa viene fatta essiccare, tagliata e svuotata in modo da ricavarne una forma sferica/ovoidale aperta da un lato.
La cabaça viene fissata sul fondo della struttura verga-arame attraverso una cordicella e assume la funzione di cassa di risonanza.
Il berimbau viene suonato con un “dobrão” (sasso, pietra o antica moneta), una “baqueta” ( bastoncino di legno o bambù) e un “caxixi” (piccolo cestino di vimini finemente intrecciato e chiuso alla base solitamente con un pezzetto circolare di cabaça, all’interno del quale vengono posti dei semini che risuonano al suo interno quando viene percosso).

ALCUNE CURIOSITA’ E OSSEVAZIONI:
Non si sa con certezza quando si iniziò ad utilizzare il berimbau nella Capoeira.
Appare in alcune raffigurazioni del XIX sec., ma non in associazione alla Capoeira. Esso veniva utilizzato dai venditori ambulanti per attirare l’attenzione dei passanti. Si pensa pertanto che il berimbau fu introdotto nella Capoeira più tardi, probabilmente verso la fine del XIX sec. al fine di mitigare o mascherare l’aspetto di lotta di quest’arte.
Il berimbau, oltre all’aspetto musicale, all’epoca aveva anche una forte valenza nella lotta; in alcuni casi era infatti usato come arma, fissando una lama alla sua estremità.
Mestre Pastinha disse : “il berimbau non è solo uno strumento.. nell’ora del dolore si adatta, collocando una lama alla sua estremità trasformandolo in un’arma pericolosa. Il berimbau, così come la capoeira, riunisce in sé gli opposti: musica e violenza, danza e lotta, vita e morte”.
Quello che risulta chiaro è che il berimbau era conosciuto e utilizzato in Africa molto prima che in Brasile e molto prima della Capoeira. In alcune tribù africane, esso era legato alla religione e si diceva che il suo suono aveva il potere di portare le anime degli incauti “nel paese da cui non si torna”.
In altri paesi, come a Cuba (dove è chiamato “Burumbumba”), viene utilizzato durante alcune cerimonie religiose per parlare con gli spiriti degli antenati morti.
Per quanto riguarda il berimbau africano, c’è inoltre un aspetto che non può essere ignorato: qualsiasi nome ad esso venga attribuito, qualsiasi differenza possa avere in forma o grandezza, esso è sempre inevitabilmente legato alla donna.
In Brasile, il berimbau fu legato in maniera inscindibile alla Capoeira, un ambiente inizialmente esclusivamente maschile in cui le donne non erano ammesse a giocare né tantomeno a suonare il Berimbau, cosa singolare se si pensa che nelle tribù africane in cui il berimbau nasce e in cui ad esso venivano attribuiti enormi poteri, erano proprio le donne ad essere detentrici di tale strumento.
La mitologia Bantu-Nguni, Zulu narra: “dopo una terribile battaglia, la Dea protettrice trasformò l’arco del guerriero in strumento musicale della tribù affinchè la musica e la pace sostituissero la guerra per sempre” .
